Atto unico di F. Bicini e A. Giovagnoni da “Pericolosamente” di E. De Filippo
Tratto da “Pericolosamente” del grande Eduardo de Filippo, è una farsa che si innesta sulla tradizione delle pulcinellate napoletane. Vitaliano, ogni volta che la moglie Aurelia recalcitra di fronte a qualche sua richiesta o si mostra aggressiva e petulante, le spara un colpo di pistola sotto gli occhi atterriti del vecchio amico Alfredo, venuto a fargli visita di ritorno da una lunga permanenza in America. Panico, suspence, movimento. Ma presto, il mistero della sopravvivenza di Aurelia, viene svelato. Questa farsa, che ha reminiscenze della “Bisbetica Domata” di Shakespeare, è molto movimentata e divertente.
Ballata per un manovale Atto unico di F. Bicini da Ruzante
E’ il dramma di un manovale che, prigioniero della sua condizione socio-economica-culturale, non può soddisfare le esigenze della sua avvenente ed ambiziosa moglie, che sente sprecata la propria bellezza, tra le misere mura domestiche, nella fatica del duro e frustrante lavoro di casalinga. Rivendica per sé, dunque, dalla vita una condizione economica molto più elevata in cui possa avere quanto le serve a valorizzare al massimo il suo splendido ed ammirato corpo. E c’è chi può offrirle tutto ciò: Tranquillo, il ricco imprenditore edile di cui Decio, il manovale, è dipendente. In un concitatissimo diverbio con Tranquillo, Decio, distrutto dal dolore e accecato dalla gelosia, va per alzare le mani sul rivale, ma viene immediatamente freddato da un colpo di pistola, davanti agli occhi degli astanti, pronti a schierarsi dalla parte del vincente e a testimoniare che “ha agito per legittima difesa”. Nel dialogo, emerge chiaramente che denaro, successo e potere trionfano sui valori della famiglia,della fedeltà, dell’amore coniugale.
Fotografia Marco Tuteri | Perugia
La tavolata
Atto unico, scritto nella prima metà degli anni sessanta. Nel flash di un pranzo di nozze, descrive un mondo ancora fresco nella memoria del nostro costume, con un ricco campionario di umanità che, pur tra battute umoristiche e momenti di euforia, svela le sue meschinità e le sue debolezze. Gli sposi, lungi dall’essere i protagonisti della festa, sono solo il pretesto per mettere a nudo quanto serpeggia tra gli invitati, un gruppo di gente che, invece di abbellire con la sua affettuosa presenza il giorno più bello della coppia, indaga,spettegola, borbotta, critica, litiga. E i genitori degli sposi, che si accapigliano per questioni di interesse, non fanno eccezione. Il testo, molto colorato per la varietà e le situazioni dei personaggi, nasconde tra le righe una drammaticità che emerge via via, fino a scoppiare, sul finale, con l’irruzione dell’ex fidanzata-guastafeste che, mentre grida il suo dolore, smaschera l’ipocrisia di questa “tavolata” di gente “perbene”. Violenza prima, sarcasmo e amarezza poi, avvolgono tutti gli invitati che, ad uno ad uno, nel silenzio, se ne vanno. Resterà solo, sempre chino sul suo piatto, indifferente o forse ignaro di quanto è accaduto intorno a lui, la figura del “magnatore”, simbolo della più pura materialità. Un finale perfettamente in linea con lo stile comico-amaro di Bicini che presenta nei suoi lavori una costante tensione interiore e l’approfondimento del carattere di tutti i suoi personaggi.
Senti chi parla! di Derek Benfield
Centro della vicenda è una coppia di maturi e rispettabili coniugi, lei, Leslie, una signora vivace e intelligente, lui. Un tranquillo avvocatocon l’hobby del giardinaggio. Ma anche due signori così normali possono cadere vittime del fatiudico bicchiere di troppo che toglie i greni inibitori e fa compiere con allegria e leggerezza azioni la cui memoria svanisce con il mal di testa del giorno dopo. Così Leslie e il marito vedono piombare nella loro tranquilla dimora due partner desiderosi di continuare una love srtory occasionale, nata all’ombra di una coppa di champagne. Si scopre che lei ha incontrato durante una cenetta con un’amica, un baldo giovanotto, con il quale ha passato, tra un bicchiere e l’altro, una serata un po’ birichina, nella quale può essere successo tutto o niente, mentre l’irreprensibile avvocato si è abbandonato, nel corso di un party, a tenere effusioni, con relativa promessa di romantico viaggio in Italia, con la sua segretaria. La giornata tranquilla, dedicata al consolidamento delle proprie abitudini, si trasforma in un susseguirsi ed ingigantirsi di bugie, nell’intento di coprire, uno dopo l’altra, la verità dimenticata di una sera capricciosa. In un crescendo di situazioni vengono efficacemente utilizzati con grande esperienza teatrale tutti i modi del comico: dal comico di carattere, alla battuta che strappa l’applauso.
Non era la quinta, era la nona! di Aldo Nicolaj
Che donna! Capace di far innamorare perdutamente il suo uomo; capace di farlo estasiare, sognare, fantasticare; capace di adularlo, ammaliarlo, irretirlo; capace di obbligarlo, costringerlo, violentarlo; capace persino di ucciderlo....purché tutto sia fatto per amore!
Attenti al triangolo da “Camera con crimini” di Bobrick e Clark
Un triangolo apparentemente classico: lui, lei.l’altro;
lui: è il bravo marito campione di affidabilità, di protezione, di fedeltà assoluta, ma accusato dalla moglie di essere prevedibile, monotono, tipico rappresentante del ceto medio.
Lei: fortemente smaniosa di “sbocciare” come donna e di innalzare continuamente il suo livello di aspirazione, è irrequieta, contraddittoria, incontentabile e incontenibile, terribilmente seducente e compiaciuta della sua femminilità.
L’altro, il classico scapolo dongiovanni, belloccio, sciupafemmine, posizionato, tende a perpetuare il suo stile di vita scapigliato, con il rifiuto di qualsiasi impegno e responsabilità. Se i tre appartengono a categorie note e diffuse, direi quasi paradigmatiche di tipi umani, non altrettanto si può dire delle movimentate vicende di cui i nostri sono protagonisti. Ogni azione infatti è trasportata su un piano surreale, si parla e si agisce per iperbole, col risultato di una velata satira e di una piacevolissima ed elegante comicità.
I neonati di F. Bicini
Protagonisti sono Olinto e Debora, due modesti coniugi la cui ricchezza è costituita dal loro amore. Un fatale errore di diagnosi, dovuto ad uno scambio di lastre, rivela ad Olinto che gli sono rimasti due o tre mesi di vita. Di fronte alla morte, riscoprono la grinta che è alla base di ogni rivoluzione per combattere l’ingiustizia. Per difendere i deboli, i tartassati, denunciano, accusano, fanno scoppiare scandali. Ma, chiarito l’errore di diagnosi e piovuti sul tavolo dei coniugi una mucchio di assegni, volti a comprare il loro silenzio, i due si guardano perplessi. Riuscirà il denaro a mandare in frantumi gli ideali? Fa da contraltare a questa perplessità e tentazione la figura di un’ amica vicina di casa, piena di poesia e idealità che, allontanandosi nauseata da quella pioggia di denaro, indica la direzione giusta per rispondere all’istanza più profonda ed autentica di felicità che l’uomo da sempre insegue e che sembra non riuscire a conquistare. Il finale aperto è lasciato alla libera coscienza dello spettatore. Anche in questa commedia non manca l’umorismo che è affidato ai numerosi personaggi che vengono a movimentare la scena.
I sogni proibiti di F. Bicini
Protagonisti della commedia sono quattro fratelli che, per la loro grande ingenuità e purezza non riescono a raggiungere tutti quei traguardi che sono i miti della società attuale: successo,denaro, potere ecc.. e trovano rifugio nel sogno che rappresenta il momento della riscossa e del superamento di ogni frustrazione. Ma il sogno spazia libero, indomito, inarrestabile, svincolato da censure e condizionamenti, fino a concepire quello che la morale corrente ritiene “proibito”. E i quattro fratelli un po’ goffi, demodé, sempre irrimediabilmente inadeguati, con i loro maldestri tentativi di imprese da duri, finiscono per suscitare nel pubblico un senso di ilarità misto a commozione e simpatia. Chi di noi, dopo aver subito un grave torto non ha trovato sollievo nel fantasticare la rivincita, magari attraverso un “regolamento di conti” che mai e poi mai avrebbe cuore di compiere nella realtà? Ad animare la scena ci sono poi le anime defunte dei genitori dei quattro orfanelli, che partecipano in modo attivo alle varie vicende. Questa commedia musicale, tra poesia e umorismo, si snoda in un’atmosfera quasi magica e surreale.
Il boss di Bogotà
Commedia brillante in due atti di Alain Reynaud-Fourton
Compagnia del Canguasto - regia di Mariella Chiarini
La figura del protagonista, gentile, delicata, garbatamente ironica, quasi soave, un po’ demodé, ma all’occorrenza non priva di piglio deciso e vigoroso, è messa in risalto dalla caratterizzazione degli altri personaggi che gli fanno da contraltare. Ma la maschera burlesca dei delinquenti che gli ruotano attorno trasporta le vicende su un piano assolutamente surreale, creando un’atmosfera godibile di piacevolissima ed elegante comicità. In questo contesto, anche le ragazze di strada perdono ogni reale crudezza e diventano vivaci libellule cui è affidato il compito di movimentare la scena. Momenti di grande ilarità e brio sono poi portati dal personaggio del cugino prete: l’anziano parroco amabile, limpido e gentile, pur travolto in situazioni estreme e certamente trasgressive, non perde mai la sua innata innocenza. Alla fine, sciolti i nodi dei pasticci legati alle situazioni delittuose, createsi sempre indipendentemente dalla volontà del protagonista, risulta naturale che il giallo-nero intriso di comicità della commedia si tinga delicatamente di rosa.
Il Colpo della strega di John Graham
Peter, un famoso personaggio televisivo, sta lì-lì per sedurre Sally, approfittando dell’assenza del marito di lei, un pilota d’aereo,ma viene bloccato da un fastidioso mal di schiena: si fa allora un bagno caldo per tentare di alleviare il dolore, ma resta bloccato nella vasca, e non riesce ad uscirne neanche con l’aiuto di Sally e dell’accordatore di pianoforti cieco che è appena arrivato. Sally è costretta a chiamare un dottore – e per giustificare l’imbarazzante presenza di un uomo nudo, bloccato nella sua vasca da bagno, dice all’accordatore che l’uomo è suo marito. Il guaio è che il volo del vero marito, Leonard, è stato cancellato per uno sciopero, e Leonard torna a casa con una hostess che si è offerto di ospitare, convinto che la moglie sia fuori. Ad aggravare la situazione, arriva anche il capo di Peter alla BBC. Sally fa di tutto per tenere Leonard lontano dalla stanza da bagno… e Leonard fa di tutto per nasconderle la presenza della hostess e la farsa si snoda, con ritmo incessante, in una serie di continui colpi di scena e travolgenti equivoci fino al tourbillon finale.