Recital con Giorgio Boccaccio e la partecipazione di Antonella Jhada
In questo spettacolo Giorgio Boccaccio si chiede: “Perché dobbiamo imparare a comunicare con noi stessi? Perché dobbiamo riuscirci?” Uno spettacolo in cui ogni spettatore si sentirà smuovere dentro e inizierà ad assaporare una felice e libera visione della vita basata sulla libertà di essere e di agire. Un passepartout fondamentale che aprirà nuove porte che lo condurranno verso una nuova dimensione della vita basata sull’amore e sulla libertà. Prosa e musica miscelati insieme in un recital condito di esempi e situazioni della vita visti attraverso l’occhio della consapevolezza. Un viaggio all’interno di noi stessi e fuori di noi, attraverso le relazioni umane, la comunicazione mediatica, la gestione e l’insegnamento di come superare il conflitto con gli altri, il mondo del lavoro, la guerra commerciale in atto e la comunicazione di questo millennio che ne fa da padrone. Un monito per tutti ad ascoltarsi e a comprendere che quello che ci diciamo è più importante di quello che diciamo agli altri. Sicuramente una visione della comunicazione unica e molto avanzata. Un approccio che prende spunto dalla fisica dei quanti e si allarga a macchia d’olio creando un parallelismo tra la comunicazione verbale umana e l’energia, dando origine ad un ponte di consapevolezza e unicità. Una performance travolgente dove le classiche tecniche di comunicazione vengono spazzate via da un approccio nuovo basato sulla conoscenza dell’energia del corpo, dell’energia delle parole, di come i pensieri che creiamo possono modificare i nostri stati d’animo e di come riuscire a spegnere la mente per gestire le nostre paure.
Maria Grazia Pittavini soprano
Alessandra Ongarello alto
Francesco Isidoro Gioia tenore
Alessandro Avona basso
Ettore Chiurulla pianoforte
Francesco Piazza percussioni
con l'Ensemble La Real Parte
Quattro fantastiche voci si intrecciano con le armonie del pianoforte e i ritmi delle percussioni, nell'interpretazione dei più celebri TANGHI argentini di ASTOR PIAZZOLLA arrangiati da Oscar Escalada: Las Cuatro Estaciones Porteñas (Le Quattro stagioni di Buenos Aires), Libertango, La Muerte de l’Angel, Oblivion; e di Escalada gli spumeggianti brani Tangueando e Milonguera. Las cuatro Estaciones porteñas furono originariamente composte da Piazzolla per il suo Quintetto, nel quale egli stesso suonava il bandoneon. L’aggettivo “porteñas” si riferisce al porto di Buenos Aires, nel quale nacque il tango. E di tango è impregnata la musica di Piazzolla, arricchita da elementi di musica colta europea e da ritmi jazz.
Con i suoi 10' di durata, è la più piccola opera mai scritta: (Una Mano di Bridge) di SAMUEL BARBER, su testo di Giancarlo Menotti. Dopo aver preparato il tavolo da gioco per la mano di bridge e dopo aver iniziato a tirare le carte di cuori e fiori, i cantanti iniziano, uno per uno, ad esprimere i loro monologhi interiori. Ciascuna arietta svela i desideri irrealizzati dell'individuo e il loro isolamento, anche tra amanti e amici.
di e con Mariella Chiarini.
Federico Gili (fisamonica), Norberto Paolucci (chitarra), Marcello Ramadori (batteria) Lo spettacolo è un appassionato viaggio nel mondo dell'acqua, collegata alle questioni ambientali e al rapporto che con essa ha l'uomo. Ma nello spettacolo il discorso si allarga con uno sguardo che abbraccia passato, presente e futuro. E’ un tributo all’acqua, prezioso, indispensabile, vitale elemento osservato nelle sue multiformi espressioni traboccanti di simbolismi che sono anche alla base delle più alte ispirazioni artistiche. Ma non si trascura la riflessione sugli usi inimmaginabili dell’acqua nella più moderna tecnologia. Il tutto ornato con belle musiche, canzoni e citazioni letterarie.
Giallo interattivo a cura de “La Sarabanda Teatro.
Ultim'ora: R.B. è evaso dal carcere! L'uomo, divenuto celebre per l'omicidio della moglie Elena F. avvenuto ormai due anni fa, ha fatto perdere le sue tracce ed è tutt'ora a piede libero. La Polizia ha avviato una vera e propria caccia all'uomo dichiarandone la pericolosità. L'uomo ha sempre gridato a gran voce la propria innocenza, giurando pubblicamente che avrebbe fatto di tutto per smascherare il vero assassino della moglie.
E forse il momento della verità è arrivato.
di e con: Loretta Bonamente, Nicola Falocci, Alessandro Formica, Valentina Gianfranceschi e Mauro Silvestrini
di Jean Anouilh
Compagnia Al Castello- Regia di Claudio Pesaresi
Jean Anouilh ricopre un ruolo primario nella reinterpretazione in chiave moderna della mitologia greco-romana. Così trasforma la ninfa Euridice in una giovane attrice che suscita l’interesse di uno squattrinato violinista, Orfeo. Nasce, con un colpo di fulmine, una magnifica storia d’amore che trascende la quotidianità delle cose terrene e raggiunge la sublimazione in un’altra dimensione.
Guidati da Goffredo Degli Esposti e Gabriele Russo, musicisti del MICROLOGUS, andiamo alla riscoperta delle immagini di preziosissime opere d'arte, spesso troppo nascoste, della città di Perugia e del territorio circostante, testimonianti un periodo di grande attività sociale e creatività artistica. Facciamo un salto nel tempo medievale accompagnati dai suoni affascinanti di tanti strumenti musicali. Un Medioevo niente affatto buio che ancora ci parla e affascina!
SOLISTI del MICROLOGUS
Goffredo Degli Esposti e Gabriele Russo: organo portativo, campane, viola, ribeca, trombe dritte, tamburello, cimbali, zufolo col tamburo, flauto dritto, flauto traverso, doppio flauto, piffero, cornamusa, liuto, tamburo a corde, cennamella, triangolo, naccaroni.
Commedia di Antonio Grosso
Compagnia Le Voci di Dentro – Regia Gianni Bevilacqua
Il titolo prende lo spunto dalla canzone di Faletti che vinse il secondo premio al Festival di Sanremo nel '94. Così diceva la canzone ”Minchia, signor Tenente e siamo qui con queste divise, che tante volte ci vanno strette, specie da quando sono derise da un umorismo di barzellette. E siamo stanchi di sopportare quel che succede in questo paese dove ci tocca farci ammazzare per poco più di un milione al mese” L'autore Antonio Grosso in un'intervista al Corriere della Sera così afferma: “E' una commedia sulla mafia in cui si ride per un'ora e mezza riflettendo”. Il lavoro è ambientato nella Sicilia del '91, in una piccola caserma dei carabinieri, dove sembra che la mafia non esista. La situazione si ribalta con l'arrivo di un tenente mandato per operazioni riguardanti un noto mafioso di “cosa nostra”. In sostanza, la commedia parla della criminalità organizzata scegliendo la strada dell'ironia e della leggerezza.
da “Pietra di pazienza ( Syngué Sabou )” di Atiq Rahimi
Adattamento a cura di Silvia Bardascini e Angelo Edoardo Zigrino.
Teatro dei 90 - Regia: Angelo Edoardo Zigrino
Una donna veglia un uomo disteso in un letto. L'uomo è privo di conoscenza, ha una pallottola in testa, gli ha sparato qualcuno per un futile motivo. La donna parla senza interruzione, come non ha mai fatto prima. Fa di lui la sua “pietra paziente”, quella che, secondo la tradizione persiana, si tiene accanto per affidarle tutto quello che non si può rivelare a nessun altro. La donna vive in una società maschilista: a lei è negato tutto. Attraverso il corpo inerte del marito, è tutto il regime che viene immobilizzato, ferito, e il corpo dell'eroina può finalmente aprirsi e sbocciare. “Più che di una donna, io qui parlo di un essere oppresso a livello sessuale, religioso, politico, culturale, sociale..” ha dichiarato l’autore.
è uno spettacolo di magia comica dove Giovix mostrerà tutta la sua verve comica con una versatilità di linguaggi. Spettacolo dinamico, vario e assolutamente divertente. Tra un numero e l'altro l'artista alterna monologhi ben strutturati da cui emerge la simpatia e lo spessore del mago-comico la cui forte espressività va oltre le parole. Il pubblico apprezzerà la vis comunicativa e la notevole personalità, un misto di eleganza, di disinvoltura e di spensieratezza che renderà lo spettacolo fluido, leggero e godibile. Ottanta minuti di divertimento assicurato in cui il pubblico diventa parte attiva interagendo con il protagonista. In torunée con "Non sono un Mago!" dal 2017, finalista ai campionati italiani di magia, Giovix è pronto a stupire la nostra città!
Giovix è un mago all'apparenza imbranato, impacciato che cerca di inimicarsi il pubblico con battute di poco conto ma già dai primi secondi dalla sua entrata in scena riesce a dimostrare il suo talento. "Non sono un Mago!" è uno spettacolo di magia comica. Gags, battute e giochi di prestigio innovativi sono la chiave del successo. Spettacolo interattivo, è il pubblico infatti il vero protagonista. Non solo magia però, anche tip tap, speed painting, e tanto altro rendono dinamica, accattivante e brillante la rappresentazione. Non mancheranno momenti onirici e poetici. "Non sono un Mago!", quando la vecchia arte della magia incontra la comicità!
Scritto da Giovanni Greco, con Giovix Prestigiatore Illusionista, REGIA di Luca Morelli
dramma giocoso – musica di Domenico Cimarosa (1749-1801)
su libretto di Giambattista Lorenzi
Compagnia Lirica Musicosmicamente - Regia di Maria Grazia Pittavini
Gismonda moglie di Corbolone (figliuola del Marchese) - soprano YUKIKO TAKEMASA
Eugenia gentildonna vedova, innamorata di Valerio - soprano PAOLA VERO
Dorina cameriera di Gismonda - soprano LISA PIETRINI
Corbolone marito di Gismonda - baritono FRANCESCO PALMIERI
Valerio amante di Eugenia - tenore FRANCESCO ISIDORO GIOIA
Conte Fanfaluchi uomo affettato cicisbeo di Gismonda - baritono MATTEO MENCARELLI
Marchese Castagnacci padre di Gismonda - basso FRANCESCO MAZZEO
Finti tradimenti, vere gelosie, un babbione gabbato, amanti riconciliati, ovvero la meravigliosa opera buffa napoletana del Settecento, con la musica irresistibile del grande Cimarosa. E ci si diverte sinceramente! Opera poco rappresentata, «Il marito disperato», è un autentico gioiello: vena melodica, brio, ritmo teatrale irresistibile. Privo di una vera e propria trama, sviluppa la sua azione partendo dall’insana gelosia del “triviale” Corbolone verso la moglie Gismonda, e attraverso un gioco incessante di passioni, inganni, contrasti, fraintendimenti e scambi di identità, conduce a un lieto fine. La musica di Cimarosa accompagna l’umorismo dell’azione e affronta con gaiezza anche i temi tragici e malinconici della condizione umana e familiare.